Storia e Archeologia

LA PREISTORIA

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LA PREISTORIA

Introduzione

Il nostro territorio appare abitato fin dalle epoche più antiche. Attraversato da due fiumi importanti, il Tevere e l’Aniene, costituisce in età preistorica un’area di naturale concentrazione faunistica. In particolare dalla bassa valle dell’Aniene (nel tratto compreso tra il Raccordo Anulare e la confluenza con il Tevere), proviene la gran parte di ritrovamenti archeologici dell’area urbana di Roma, che testimoniano la presenza dell’uomo paleolitico nel territorio del nostro Municipio. A differenza dell’età paleolitica sono pochi i ritrovamenti che testimoniano, nel Municipio, la presenza dell’uomo nell’età neolitica. Più importante, invece, il sito rinvenuto nei pressi dell’attuale via di Settebagni risalente all’età eneolitica (età del rame). Purtroppo l’urbanizzazione del nostro territorio non ha permesso studi topografici approfonditi.


Saccopastore

Nel maggio 1929, a Saccopastore, località sulle rive dell’Aniene dove era allora presente una cava di ghiaia, viene rinvenuto durante gli scavi un cranio neandertaliano fossilizzato. In seguito a quest’importante scoperta la zona diviene meta di studio. Nel 1935 due paleontologi, il romano Alberto Carlo Blanc e il francese Henri Breuil, in circostanze casuali hanno la fortuna di imbattersi in un secondo cranio neandertaliano. Questi due reperti, che sono stati classificati come pre-neandertaliani e datati a circa 120 mila anni fa, rappresentano tuttora una delle più importanti testimonianze dell’evoluzione dell’uomo di Neanderthal in Europa. Oltre ai resti umani e ai diversi strumenti in pietra scheggiata, a Saccopastore sono stati rinvenuti anche numerosi resti fossili di vegetali (foglie degli aceri) e di animali (Ippopotami, Rinoceronti, Elefanti e Daini) che hanno permesso agli studiosi di decifrare l’ambiente nel quale l’uomo di Saccopastore viveva. Un ambiente caratterizzato da boschi di Querce miste a Carpini, Faggi, Tigli e Aceri, vegetazione ancora oggi presente in Italia nelle regioni centrali. In seguito all’espansione edilizia la zona di Saccopastore, teoricamente destinata ad area verde, viene completamente edificata cancellando per sempre il sito. I due fossili umani sono conservati presso il Museo di Antropologia della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università “La Sapienza” di Roma. Possono invece essere visti i calchi dei due crani presso l’importante Museo Nazionale L. Pigorini all’EUR.


Monte delle Gioie

All’interno di una grotta ubicata sul terrazzo medio della bassa valle dell’Aniene, lungo la sponda destra del fiume, in prossimità della confluenza col Tevere, viene individuato nel 1867 un importante sito attribuibile all’età del paleolitico superiore. Nello stesso anno lo studioso Frère Indes, scoperto il sito, pubblica i risultati in un saggio di scavo nel quale viene portato alla luce, oltre ad ossa di mammiferi estinti (Pachidermi, Bue primigenio, Equidi e Cervi) e di uccelli indicatori di clima freddo (Cigno minore, Oca delle nevi, Oca dalla faccia bianca), resti dell’industria litica composti da diversi utensili in pietra scheggiata, attribuibili all’opera di uomini vissuti in un periodo compreso tra i 200.000 ed i 180.000 anni fa, che basavano la loro economia sulla caccia, la pesca, la raccolta di frutti selvatici e sulla produzione e l’uso di strumenti in pietra scheggiata. Nel 1936, a seguito dei lavori ferroviari eseguiti nella zona, la grotta viene completamente distrutta. Il sito, la cui ubicazione dopo la sua distruzione rimase controversa, viene identificato dal paleontologo Blanc durante le sue ricerche lungo la bassa valle dell’Aniene. In seguito ad ulteriori lavori stradali e ferroviari lo sperone su cui si sviluppava la grotta viene definitivamente asportato. La sequenza stratigrafica messa in luce dai lavori viene quindi studiata dal Blanc che poté verificare come questa corrispondesse a quella della vicina cava di tufo in località Sedia del Diavolo, sita sul medesimo terrazzo dell’Aniene.


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