Storia e Archeologia

LE VIE DI TERRA

Cronologia storica

La preistoria

La protostoria

Dai villaggi alle città

Crustumerium e Fidene

L'età romana

La battaglia sul fiume Allia

Monte Sacro e la sua storia

Dal medioevo al '900

Le villae

I sepolcri

I ponti Nomentano e Salario

Le vie di terra

LE VIE DI TERRA

Introduzione

In età repubblicana le testimonianze di una viabilità sviluppata e dei tanti lavori di miglioria stradale, evidenziano la vitalità del nostro territorio e la sua dipendenza dall’Urbe. Vista l’importanza strategica delle vie di terra, sia dal punto di vista economico che militare, si resero necessari lavori di miglioria e di manutenzione stradale a carico dello Stato, sotto l’amministrazione delle magistrature ordinarie. Durante la tarda età repubblicana, furono nominati i curatores, funzionari addetti alla cura viarum delle vie definite pubbliche. Ritrovamenti di documenti epigrafici testimoniano la nomina di un curatores per la via Salaria e Nomentana. Esistevano inoltre le viae privatae, strade minori gestite dai privati. Un cippo di travertino, ritrovato presso il Fosso di Settebagni, testimonia come la manutenzione delle strade tra i fondi Petroniani e Carulliani era a carico dei due proprietari. La Nomentana e la Salaria in età romana erano gli assi viari principali del nostro attuale municipio. A collegamento delle ville, delle tenute e dei centri maggiori (Fidenae, Crustumerium, Ficulea) c’era una fitta rete di strade secondarie.

La via Salaria

La via Salaria, che ha origini molto antiche, conduceva da Roma a Castro Trentino (Porto d’Ascoli) sulla costa adriatica. La sua funzione era di facilitare il trasporto del sale: da qui deriva il suo nome. Strada di grande comunicazione, grazie ai suoi 4,10 metri di larghezza permetteva l’incrocio dei carri nei due sensi di marcia. Il fondo stradale era composto di basoli e, a partire dalla tarda età repubblicana, dotato ai lati di crepidines. Il tracciato, benché stretto in più punti tra le colline e le anse del Tevere, era diretto per rettifili che rendevano più scorrevole il traffico. E’ stato individuato un traforo di 110 metri scavato nel tufo all’altezza del Casale della Marcigliana, che consentiva di abbreviare un tratto della Salaria.

La via Nomentana

Nata come percorso di transumanza, doveva essere nelle sue origini più antiche, via di comunicazione con il centro di Ficulea: da qui il nome antico Ficulensis. Proseguiva poi per il centro di Nomentum per finire ad Eretum dove si congiungeva con la Salaria. Strada di grande comunicazione, era, come la Salaria, larga più di 4 metri. Realizzata con basoli e fornita di crepidine, il suo percorso, condotto per rettifili, ricalca quello attuale, come testimoniano le numerose tracce di lastricato antico. Tra il km 12,900 e 13,100 fu persino realizzato un viadotto sostenuto lateralmente da due muri (in opera reticolare, tenuti da una serie di muri ortogonali), per permettere un percorso più diretto in un punto in cui il terreno presentava degli avvallamenti. Attualmente la via Nomentana ripercorre l’antico tracciato. Fino alla costruzione di Porta Pia, voluta da papa Pio IV (1559-65) e realizzata da Michelangelo, la via partiva da Porta Nomentana nei pressi di Castro Pretorio.

Le vie secondarie

Oltre alle vie principali Salaria e Nomentana c’erano vie secondarie con tracciati ricalcanti le attuali vie delle Vigne Nuove e Bufalotta, che collegavano Monte Sacro con il centro di Crustumerium.

Via della Bufalotta

L’antico percorso di via della Bufalotta prendeva inizio da via Nomentana, subito dopo il Ponte Nomentano sull’Aniene. In seguito all’edificazione di Città Giardino, il primo tratto, quello anteriore alla biforcazione con via delle Vigne Nuove, ha assunto una nuova toponomastica prendendo il nome di via Maiella, via Gargano e viale Adriatico. Attualmente continua oltre il Fosso di Sette Bagni come carrereccia campestre. Via della Bufalotta, nonostante la riconosciuta antichità del suo tracciato, prende l’attuale nome solo all’inizio del Cinquecento, in quanto conduceva alla proprietà della famiglia Del Bufalo. Lungo il suo percorso erano conservati tratti di lastricato ed insediamenti risalenti almeno ad età arcaica. Teorie più recenti, direttamente legate agli studi su Crustumerium, evidenziano come la via conducesse all’antico centro preromano.

Via delle Vigne Nuove

Il tracciato di via delle Vigne Nuove non ricalca precisamente quello antico. Sono infatti stati rinvenuti resti dell’antico selciato ad est dell’attuale percorso, all’altezza della villa di Faonte, e ad ovest, dopo l’incrocio con via Gino Cervi. Inoltre le aerofotogrammetrie evidenziano come in passato, e fino all’Ottocento, il suo percorso proseguisse dritto verso Torre Redicicoli. Studi più recenti sul centro di Crustumerium hanno rivelato come questa strada ponesse in collegamento Monte Sacro con il centro preromanico. A testimoniarlo ci sono resti di insediamenti protostorici ed arcaici, soprattutto laddove la strada si incrociava con le vie che collegavano Crustumerium con Ficulea e Nomentum. Lungo il suo percorso, in epoca tardo repubblicana ed imperiale, sorgevano numerose ville cui era legata la presenza di aree sepolcrali. Il ritrovamento di opere di canalizzazione e drenaggio del terreno dimostra come l’area fosse sfruttata a scopo agricolo. Al km 2 di via delle Vigne Nuove, nel 1983, durante i lavori per la realizzazione della rete fognaria, é stato rinvenuto un tratto di via glareata, ovvero un tracciato realizzato in terra battuta e ghiaia largo circa 2 metri con crepidine, collegata alla vicina area sepolcrale. Ad oggi la via non presenta resti delle strutture antiche. Resti di basolato romano in via Lina Cavalieri. Un tratto di 70 metri di basolato corre parallelo e sopraelevato rispetto al livello di via Lina Cavalieri, all’altezza dell’inizio di via Maria Melato (strada privata). Realizzata in blocchi levigati di selce e larga 2 metri, doveva probabilmente essere via di congiunzione tra via di Vigne Nuove e via Salaria. Dava inoltre accesso ad una villa, non più visibile, di età tardo repubblicana.